Le sirene dei Carabinieri suonavano ovattate fuori dalle sue orecchie. Raggiungevano il cervello distanti, come non lo riguardassero.
Attraverso la plastica, gli occhietti liquidi zampettavano da una parte all’altra della scrivania, ammiratori frenetici del capolavoro di una vita. Infinite ore erano passate su quella sedia che ormai aveva la forma della fatica, l’odore della frustrazione.
Eppure non era servito a niente.
Anni di fogli, di inchiostro, storyboard, fiere in tutta Italia, corsi pagati prima con i soldi dei genitori e poi con i propri; a sopportare tutto ciò che odiava per nutrire un sogno, a prostituire la propria arte per pagare un affitto sempre troppo alto, mezzi sempre troppo in ritardo, cibo sempre troppo amaro.
Una foto a Lucca Comics a ricordargli tutto ciò che è andato storto. Si vedeva ancora sorridente, magro, una cartellina piena di originali in mano. Prima delle rughe, dei capelli bianchi e dei denti marci, dell’orrendo fardello del fallimento. Aveva girato tutti gli stand quel giorno, in molti avevano visto i suoi disegni. Gli avevano concesso selfie, firmato il loro ultimo successo, dato consigli su come muoversi nella giungla delle case editrici.
“Volevo solo essere come loro…” bofonchiava davanti allo specchio, la voce appesantita. Aveva aperto una pagina Instagram, un profilo TikTok, passava le notti a disegnare, fare Reel. Aveva capito come ci erano riusciti, quelli migliori di lui. Cavalca i trend, segui le tendenze, onora l’algoritmo, nutrilo, sfamalo.
“...avere il mio banchetto a Lucca Comics, fare i firmacopie, le foto con i fan” con le mani ancora lorde di sangue si tirava schiaffi sulla maschera grossolana che aveva costruito, la cartapesta si sbriciolava sotto la forza dei colpi.
Da molto tempo ormai non sopportava la vista di ciò che era diventato. Non sapeva nemmeno che aspetto avesse il suo volto sotto quei gusci che amava costruire. Per proteggersi dallo sguardo degli altri, per proteggere gli altri dalla propria miseria.
Gli piaceva sempre di più, il gioco delle maschere. Ma forse si era spinto davvero oltre, e adesso doveva pagarne il prezzo. “Per vivere il successo bisogna rinunciare a qualcosa, fare scelte pericolose”. Anche per vivere quello degli altri.
Il boato della porta sfondata dai Carabinieri lo lasciò indifferente. Abbassò lo sguardo sui suoi quaderni. Ditate di sangue imbrattavano la sua graphic novel, accarezzava quei personaggi che grazie alla morte di altre persone, alla fine, forse avrebbero preso vita.
Stava per diventare famoso.
Si voltò verso i poliziotti, le bocche delle pistole lo circondavano.
“Siete qui per il firmacopie?”
In chiusura
Come sapete, continuo a rifiutare ingaggi di brand e aziende per continuare a fare ciò che faccio nel modo che preferisco. Per liberarmi dall’algoritmo, dalle corporation e dalla guerra all’attenzione, considerate l’idea di supportarmi con un caffè o un abbonamento mensile su KO-FI;
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NIENTE COME PRIMA, il mio romanzo d’esordio, continua a stracciare cuori e a far versare lacrime, ed è sempre una bella scelta di lettura! Se volete acquistarlo, regalarlo, recensirlo o consigliarlo, ve ne sono senz’altro grato.
Un abbraccio,
Mangiasogni