Lettera n. 011 - Sogni di un Mondo Sotterraneo
Dal Coltan necessario per i nostri smartphone alla secolare questione di classe, tutto in uno scenario fantasy-distopico.
Ciao,
nel mio vagare senza sosta in queste terre nere e aride, l’altra notte ho visto qualcosa che avrei voglia di raccontarti.
Sopra l’indefinito grigiore delle nostre città in declino, illuminata da una luna iridescente e dalle caleidoscopiche luci dell’urbanizzazione tecnologica, una strana struttura fluttuava in cielo.
Se non avessi paura di sembrare ridicolo, potrei quasi dire che sembrava una città.
Una città volante, opulenta e sfarzosa, che si stagliava sopra il nostro mondo con tutta la sua indifferenza.
Ho scelto di iniziare la newsletter di questo giugno 2022 con un’immagine molto classica di diverse opere fantascientifiche o anche fantasy, ma con chiaro stampo distopico: un mondo sotto, in cui vivono disperati e sconfitti, e un mondo sopra, solitamente bellissimo e fluttuante in cielo, dove i potenti del pianeta vivono godendosi il proprio sfarzo, solitamente disprezzando gli abitanti del mondo sotto ormai dimenticato, o rivolgendo loro una gelida indifferenza.
Ecco, forse non abbiamo (ancora) città volanti che si librano sopra il nostro mondo di dolore, però è chiaro che in un’epoca di post-capitalismo - qualcuno direbbe techno-feudalesimo - esistano dei “mondi sopra” e dei “mondi sotto”, ed è probabile che noi, italiani digitalizzati, non viviamo in nessuno dei due.
Il Mondo di Mezzo
Nel mio recente post “Il Sogno dell’Uccello Dorato”, si vede bene come ci siano tre tipologie di paesaggi che vengono sorvolati dai nostri personaggi, a cui corrispondono tre diversi modi di approcciarsi all’Uccello Dorato e quindi al concetto di realizzazione e di successo.
In un primo momento vediamo una città gigantesca e cerulea, con le fattezze ispirate a New York, i cui abitanti hanno già afferrato l’Uccello Dorato (il successo) e adesso hanno solo una folle paura di perderlo; poi i nostri personaggi sorvolano un piccolo villaggio nel mezzo di un rovente deserto: in quei luoghi le persone non si curano nemmeno di cercarlo l’Uccello Dorato, avendo ben altri pensieri.
Infine il discorso si concentra su di noi, gli “italiani digitalizzati” di cui parlavo qualche riga più in alto.
In questa breve ricostruzione sci-fi del nostro mondo, noi occuperemmo quella che si definisce “La Superficie”.
Ne “La Superficie” non si sta benissimo, ma neanche malissimo. Scolarizzazione, strade, sanità, aperitivi, ristoranti, vacanze, serie TV, social network, smartphone, la possibilità di dedicarsi a diversi hobby… i problemi non mancano ovviamente, ma direi che di questo parlo già molto nella mia quotidiana attività di Mangiasogni.
Non sono mai stato un amante della retorica di “pensare a chi sta peggio”, però talvolta credo sia doveroso farlo, soprattutto in questo momento preciso.
Ho parlato infatti di una Città Volante (Il Mondo di Sopra, ci torneremo abbondantemente dopo), de La Superficie (Il Mondo di Mezzo), e sin da subito ho precisato che noi, essendo appunto il Mondo di Mezzo, nella classica rappresentazione sci-fi/distopica non siamo né quelli in alto né quelli in basso.
Il Mondo Sotterraneo
Arriviamo quindi al succo di questa newsletter.
Sono nato il 27 giugno 1993 (sì, tra poco è il mio compleanno!) in una borghese cittadina del Veneto Orientale.
Questo mi impone di avere la consapevolezza che se fossi nato anche solo un centinaio di chilometri più ad Est, la mia infanzia sarebbe cominciata sotto le bombe, e la mia vita sarebbe stata radicalmente diversa.
Il solo fatto di essere qui è un enorme privilegio, che mi rende più fortunato forse del 95% della popolazione mondiale (stima totalmente casuale e non basata su dati, ma non so quanto sia sbagliata), e devo riconoscerlo. Dovremmo tutti.
La differenza tra noi privilegiati e loro si vede in tantissime cose, ma oggi vorrei parlare di una in particolare: lo strumento con cui quasi certamente state leggendo questa newsletter.
Lo spunto del numero di questo mese nasce da un video che un caro amico mi ha mandato su TikTok, dove vengono mostrate le orrende condizioni di vita in cui anche oggi devono lavorare coloro che - nel caso specifico in Africa - devono procurare i metalli e i materiali per costruire i chip e le batterie di smartphone e altri device simili.
Il video è orrendo, e si aggiunge ad altri come uno special di Nova Lectio sul coltan (che avevo preso come ispirazione per un mio post qualche mese fa), oltre alle sempre più insistenti fonti sul ruolo che la Taiwan Semiconductor Manifacturing Company (TSMC, la più grande fabbrica di semiconduttori al mondo) avrebbe nella definizione del futuro geopolitico del Pianeta.
Il dato è semplice: non possiamo più vivere senza smartphone. Ne abbiamo davvero bisogno. Molte delle nostre funzioni vitali sono ormai delegate a smartphone, tablet e altri device, ed è un tipo di domanda a cui non possiamo rinunciare, abilmente corroborata da strategie di marketing geniali dei produttori e da concetti come l’obsolescenza programmata (“strategia volta a definire il ciclo vitale di un prodotto in modo da limitarne la durata a un periodo prefissato”, dice Wikipedia).
Il punto è che produrre smartphone con standard lavorativi degni del Primo Mondo, potrebbe aumentare il loro costo in modo esorbitante, difficile da sostenere persino per noi del Mondo di Mezzo, facendo perdere loro la caratteristica di essere nelle tasche di tutti, vero strumento di “unione” del nostro Secolo.
Questo discorso, del coltan, dei materiali per gli smartphone, può in realtà estendersi a tantissime altre cose, e a delineare con precisione il rapporto tra il Mondo di Mezzo e il Mondo Sotterraneo.
Per dare un tono a questa newsletter, riprenderò testualmente due passaggi del bellissimo La Strada di Wigan Pier di George Orwell (link non Amazon, come sempre) del 1937, un libro inchiesta sulla situazione dei minatori inglesi dell’epoca, e feroce denuncia contro una sinistra - intesa come parte politica - distante da chi soffre veramente (vi ricorda qualcosa?).
Il primo passaggio è il seguente:
In un certo senso è umiliante osservare dei minatori al lavoro: suscita in noi un dubbio momentaneo sulla nostra condizione di “intellettuali” e di persone superiori in senso generale. Infatti ci si convince, almeno nel momento in cui si guarda, che è solo perché dei minatori sudano sangue che le persone della superficie possono rimanere superiori. […] tutti noi dobbiamo realmente la relativa decenza della nostra vita a quei poveri schiavi sottoterra, anneriti fino agli occhi, con le gole piene di polvere di carbone, che spingono avanti le loro pale con braccia e ventre dai muscoli d’acciaio.
Poi, riprende:
Sotto il sistema capitalistico, affinché l’Inghilterra possa vivere con relativo agio, cento milioni di indiani devono vivere tormentati dalla fame: è uno stato di cose atroce, che però sosteniamo ogni volta che saliamo su un taxi o mangiamo un piatto di fragole con panna. L’alternativa è gettare l’Impero a mare e ridurre l’Inghilterra a una fredda isoletta insignificante, dove tutti dovremmo lavorare in maniera molto dura e vivere soprattutto di aringhe e patate.
Sono passati quasi 90 anni dall’uscita di quel libro, ma direi che ben poco è cambiato con riferimento ai rapporti tra il Mondo Sotterraneo e il Mondo di Mezzo. Onestamente non mi sento di contestare in alcun modo le parole del buon George Orwell: strascichi del colonialismo, neo-colonialismo, braccianti agricoli, caporalato, tratta degli schiavi, raccolta dei minerali fondamentali per chip e tecnologia informatica. In tanti, tantissimi aspetti, il modo tutto sommato agiato in cui viviamo le nostre vite è dovuto quasi solo allo sforzo disumano e alle condizioni bestiali in cui centinaia di milioni di persone sono costrette a vivere.
Ok Mangiasogni, grazie. Che fare quindi? Rinunciamo a tutto, bruciamo i computer, distruggiamo le multinazionali e viviamo in un sistema globale di uguaglianza a stampo socialista? Infattibile.
In realtà secondo me, quello che possiamo fare noi del Mondo di Mezzo non è tanto, però è comunque qualcosa (lo sentite? Mi sto avvicinando al Mondo di Sopra).
Una ragazza che conoscevo qualche anno fa, addetta alle vendite in un negozio di abbigliamento di lusso, mi disse che le avevano insegnato a non usare mai la parola bisogno. L’abbigliamento, specie di un certo tipo, non è un bisogno: può essere un desiderio, un vezzo, uno sfizio, uno status. Non un bisogno.
Perché lo dico? Perché secondo me le soluzioni a questo problema non appartengono al Mondo di Mezzo, al quale restano soltanto dei correttivi. Non efficaci come le soluzioni, ma certamente meglio di apatia e indifferenza. E alcuni di questi correttivi riguardano la differenza tra desiderio e bisogno.
Rallentare. Soprattutto nel consumo. Essere consumatori più lenti, meno frenetici e meno “bestiali”. Il mercato ascolta i consumatori: se il consumatore pretende rapidità, efficienza e perfezione, il mercato farà di tutto per fornirglieli, noncurante dei burnout, della morte da troppo lavoro, delle pressioni, delle supply chain infernali;
Evitare la fast fashion. Sono certo che non sia così difficile comprare abbigliamento degno, altrimenti avremmo girato nudi fino all’arrivo di Shein;
Resistere alla tentazione di avere sempre l’ultimo smartphone. Anche qui, domanda e offerta. Apple fa uscire 5 nuovi iPhone all’anno perché sa benissimo che li compreremo. Se per 2-3 anni nessuno li comprasse, o li prendesse solo ricondizionati, anche loro sarebbero costretti a cambiare rotta.
Questi sono solo pochissimi esempi di correttivi. Lo voglio ripetere perché non sono affatto soluzioni. Noi abitanti del Mondo di Mezzo possiamo provare ad essere consumatori migliori, sperare che anche gli altri ci provino e tutti assieme convincere i produttori che non è questo il mondo che vogliamo (facile a dirsi, eh?).
Ma quindi, chi potrebbe fare qualcosa?
Il Mondo di Sopra
La Città Volante.
Un luogo etereo, bellissimo, irraggiungibile. Così distante da me che non so neanche cosa provino Loro, se e quando si ricordano di guardare verso di Noi. Disprezzo? Compassione? Indifferenza? Non ci è dato saperlo.
Per quel che sappiamo, il nostro scopo nella vita è essere la forza lavoro che mantiene il loro sfarzo. Se Loro vedono Noi come Noi guardiamo agli abitanti del Mondo Sotterraneo, possiamo immaginare che quel che provano sia tendenzialmente un’enorme indifferenza, accompagnata da menefreghismo e una spolverata di pena.
Se smettessimo di lavorare, o chiedessimo molti più soldi e benefici, la loro vita sarebbe molto più difficile, esattamente come lo sarebbe la nostra se gli abitanti del Mondo Sotterraneo avessero un tenore di vita degno - secondo i nostri standard di salute, igiene, alimentazione, condizioni di vita ecc…
Per mia fortuna non sono mai stato in una miniera di coltan in Congo, e non so bene cosa si dica a quei lavoratori per motivarli. So però cosa si dice a noi: ci viene data la speranza.
Visti i moltissimi parallelismi fantasy/sci-fi di questa newsletter, è come se ci venisse detto che una volta ogni tanto la Città Volante perde quota e si avvicina a noi, e i più meritevoli abitanti del Mondo di Mezzo potranno salire e partecipare a quel mondo che fino ad oggi hanno solo immaginato, bramato e desiderato.
Non so se a un minatore di coltan o a un bracciante agricolo si dica che se meriterà, se lo vorrà veramente, se crederà nei suoi sogni riuscirà a diventare un mite impiegato di Big Four di consulenza. In mancanza di questa informazione, mi limiterò a dire che Noi siamo spinti a nutrire i vizi del Mondo Sopra con la Speranza, ma non credo che per gli abitanti del Mondo Sotterraneo sia lo stesso. E’ più probabile che siano la violenza, la paura, le minacce, il bisogno (in questo caso il bisogno vero, non come nei negozi di abbigliamento di lusso) a spingerli a nutrire i nostri smartphone, i nostri pomodori, i nostri vestitini di Shein a 4 Euro.
Arriviamo però alle cose che si potrebbero fare.
Diverso tempo fa ho avuto la possibilità di scrivere e disegnare un post in collaborazione con Fridays For Future Italia, riguardante il senso di impotenza che talvolta sente un attivista, quando magari prova fare un insieme di cose per vivere in modo etico e attento all’ambiente, ma deve fare i conti con le multinazionali e i Paesi in via di sviluppo che si rendono responsabili di emissioni e inquinamento che nessuna dieta vegana o raccolta differenziata potranno contrastare.
Quel post, quella sensazione, credo si ricolleghino bene anche a questa Newsletter. Forse noi, abitanti del Mondo di Mezzo, abbiamo un potere molto limitato in questa vicenda (se, come sembra, non decidiamo di rovesciare tutto e instaurare un nuovo sistema) e possiamo limitarci a degli utili correttivi. Le soluzioni, se esistono, spettano al Mondo di Sopra, alla Città Volante.
Un discorso di Classe.
Il problema è che tutto questo discorso, metaforicamente rappresentato con l’immaginario fantasy/fantascientifico, altro non è che un discorso molto poco fantasy: un discorso di classe.
Il Mondo Sotterraneo, il Mondo di Mezzo e il Mondo di Sopra sono solo dei modi carini per parlare delle tre macro-classi in cui è diviso il nostro mondo, ciascuna delle quali poi è suddivisa in molte altre classi (non penseremo mica che nel Mondo di Mezzo il precario della provincia portoghese e l’avvocato di law firm londinese siano la stessa cosa, no?).
Come diceva Orwell nel bellissimo libro citato sopra - che a questo punto vi invito davvero a comprare e a leggere, possibilmente non su Amazon - il problema delle questioni di classe è che parlarne è bellissimo, ma provare a risolverle è estremamente difficile, e soprattutto richiede la partecipazione delle classi superiori, a meno che ciò non avvenga in modi violenti (e davvero nell’epoca dell’iper sorveglianza smartphone questo sarebbe possibile? Sinceramente ne dubito).
Noi miseri abitanti del Mondo di Mezzo sappiamo che quel che abbiamo deriva dallo sforzo disumano degli abitanti del sottosuolo, e quindi sappiamo che per porre fine a questa cosa dovremmo fare delle rinunce a cui non siamo affatto pronti, specie dopo aver passato secoli per arrivare a questo livello di benessere “collettivo”.
Lo stesso vale per gli abitanti della Città Volante (o Mondo di Sopra). Con la differenza che loro possono e potrebbero fare molto di più.
Un paio di esempi? Fortissima distribuzione del reddito e patrimonio; cessazione del dumping fiscale e dei paradisi; fine del colonialismo e neo-colonialismo; investimento di somme spropositate non per operazioni di acquisizione aziendale ma per garantire al Mondo Sotterraneo degli standard di vita almeno degni del mondo del 2022.
Questo ovviamente pone un enorme problema, perché gli abitanti del Mondo di Sopra a quel punto si accorgerebbero che la benzina che permette alla loro Città Volante di fluttuare non sono i sogni, le ambizioni, il merito, il sacrificio, lo sfarzo o altro: quella Città vola e continua a volare servendosi dei cadaveri di centinaia di milioni di persone che muoiono schiacciate dalla fame, dalla povertà, dalla guerra, dalla miseria, dalle malattie, a cui si aggiungono le altre centinaia di milioni di persone (e a questo punto diventiamo miliardi) che sopravvivono decine di anni lavorando 10 ore al giorno 5 giorni a settimana - nei casi più rosei - solo per alimentare la benzina della Città Volante e chissà, un giorno avere un biglietto dorato che permetta loro di salire a bordo.
Come sempre, finisco le mie newsletter con una breve carrellata sul mondo Mangiasogni, in questo torrido giugno 2022:
La pagina Instagram, nel momento in cui scrivo, è vicinissima al raggiungimento dei 30.000 followers. Come dico sempre, per me i followers non sono solo numeri ma molto, molto di più. Arrivare a questi risultati con un contenuto molto distante dal “tono” di Instagram è per me una soddisfazione enorme, per la quale non smetterò mai di ringraziarvi. Grazie.
Ho avviato il progetto “Dal Cuore delle Tenebre”, di cui trovate tutti i dettagli qui. L’edizione è terminata, con l’estrazione dei 5 che riceveranno nelle prossime settimane altrettanti pacchetti. E’ stato un momento molto bello perché mi ha permesso di premere su concetti per importanti, come la lentezza, l’intimità, l’esclusività e la creazione di momenti da sottrarre al cervello onnisciente di Internet.
Da diversi mesi ormai è attivo un gruppo Telegram, che ad oggi conta quasi 200 iscritti. Se avete piacere, entrateci con questo link. E’ un ottimo modo per restare in contatto in maniera più diretta, oltre che essere un valido backup in caso di problemi con Instagram. Inoltre, di tanto in tanto metterò anche contenuti esclusivi per la community Telegram (come l’iniziativa “Dal Cuore delle Tenebre”);
Infine, vi ricordo che Mangiasogni ha dei costi, che sostengo sempre volentieri. Ammetto però che del supporto molto materialistico sarebbe utile e apprezzato. Se volete sostenere il mio lavoro e i costi che ne derivano (abbonamenti mensili a software, stampe, acquisto del materiale, sponsorizzazioni Instagram per diffondere i miei contenuti), potete farlo qui su Ko-Fi, con donazioni di valore minimo di 2 Euro non periodiche (non sarà quindi un abbonamento o altro).
Chiudo dicendo che una persona apre una pagina social per avere un luogo di confronto, scambio e riflessione.
Sentitevi liberi di scrivermi quello che volete qui, via e-mail, sul canale Telegram, in DM, vi aspetto!
Mangiasogni-