Lettera n. 013 - Una Luce Spettrale
Caldo insolito, declino generale, una strisciante inquietudine: come vivere quando le cose sembrano sul punto di sparire.
Ciao,
non avrei mai pensato di scriverti questa lettera seduto all’aperto, al lato del viale. Il giaccone è appoggiato sulla panchina, e tra una pausa e un’altra mi guardo attorno.
Prima che tutto ciò iniziasse venivo spesso da queste parti con i miei genitori. Ero ancora bambino, ma i ricordi sono ben vividi: il sabato era il giorno in cui si passeggiava, si beveva il caffè o il succo mangiando ottimi pasticcini alla crema, e poi si andavano a comprare tante cose. Tornavo sempre a casa con bellissimi giocattoli.
Ora quei negozi non esistono più, i miei genitori non esistono più, quel benessere da acquisti ogni sabato non esiste più.
Guardo il mio giaccone, poggiato sulla panchina in un pomeriggio di fine ottobre, e penso che un giorno anche lui forse non esisterà più.
Doverosa premessa: sono nato in una cittadina della pianura padana, al confine tra Veneto e Friuli-Venezia Giulia, dove ho vissuto stabilmente fino ai miei 25 anni. Quindi i riferimenti climatici e di mood tengono inevitabilmente conto del mio background, e potrebbero non essere condivisi da chi proviene da altre parti d’Italia o ha un’età diversa dalla mia (sono nato nel 1993).
Perché premetto questo?
Perché come ben sapete ottobre è il mese di Halloween, e questo mese partirò da Halloween come spunto per parlare di altro, ovvero di una sensazione di disagio e inquietudine che sento da diverso tempo.
Mentre scrivo queste parole - fine ottobre 2022 - sono a Trieste e ci sono 21 gradi. E a quanto mi risulta ci sono 21 gradi o più da ormai 6 o 7 mesi, perché anche l’estate è arrivata particolarmente in fretta, e salvo qualche piccolo calo delle temperature ogni tanto, sono ormai diversi mesi che la situazione oscilla tra il primaverile e l’estivo.
Come mi piace dire, stiamo pian piano diventando Los Angeles o Miami: temperature miti tutto l’anno, fenomeni metereologici estremi sempre più frequenti, prezzi per ogni cosa sempre più alti, affitti insostenibili, venerazione cieca per milionari di ogni genere, emulazione di stili di vita consumist… no ok mi sto perdendo.
Fa caldo, fa molto caldo, e fa caldo da molto tempo.
Quando ero adolescente io, vi parlo del Veneto dei primi anni 2000 - dal 2006 al 2010 per intenderci - a ottobre faceva già freddissimo.
Anzi, io amavo e amo ancora ottobre per le foglie arancioni, per il freddo pungente, per l’odore di legna bruciata che usciva dai caminetti delle case, per la nebbia (sì, amo la nebbia!): un insieme di sensazioni che ho sempre cercato anno dopo anno, e che ora sono sempre più rare.
Il titolo che ho scelto per questa Lettera da una civiltà in declino, Una Luce Spettrale, vuole ovviamente strizzare l’occhio al mood horror/spooky di ottobre e di Halloween, ma vuole fare anche leva sul diverso significato che le parole e le immagini possono talvolta avere.
La luce e il calore sono solitamente apprezzati, se non addirittura amati, e sono due parole a cui tendenzialmente diamo un significato positivo, che si lega a immagini e sensazioni piacevoli.
Il punto di partenza di questa newsletter però è un’accezione quasi negativa di questi termini: non una luce che dà calore ed emozione, ma una luce ed un caldo che queste cose contribuiscono a toglierle dalla vita, poco per volta.
Il caldo anomalo di questi mesi sta in un certo senso cambiando quell’alternanza dei climi e delle stagioni a cui noi abitanti delle fasce temperate siamo sempre stati abituati, e insieme a questa alternanza sento che verranno meno molte altre cose in questi anni, che insieme a tante cose già scomparse contribuiranno a rendere la nostra vita sempre più arida e povera (in questo caso non in senso economico, ma proprio in senso emotivo, umano, emozionale).
Una frase stampata in testa.
Tanti anni fa, vi parlo circa del 2008, un professore di italiano di un mio amico parlò a lui e alla sua classe delle scuole superiori, descrivendo momenti della propria infanzia a Longarone (vicino alle Dolomiti bellunesi) e in particolare parlò del bellissimo cielo stellato.
Dopodiché chiese ai ragazzi in che anno fossero nati, loro risposero 1993, e lui a quel punto disse qualcosa come: “ah ok, allora non potete sapere di cosa parlo.”
Sono passati forse 15 anni da quella frase, e ancora ce l’ho piantata in testa. Un uomo sulla sessantina, nel 2008 circa, parlando del cielo stellato con i suoi alunni nati nel 1993 dice che loro, essendo nati in quell’epoca, non potevano sapere di cosa stesse parlando. Cioè del cielo stellato.
Sicuramente ha voluto dare un tono forte al suo discorso, anche perché bei cieli stellati ci sono ancora oggi e immagino ci fossero anche nel 2008, d’altra parte però dobbiamo immaginare come l’inquinamento luminoso abbia fatto “passi da gigante” dall’infanzia di quel professore alla nostra, rendendo peggiori e più rare cose ispiranti e magnifiche come i cieli stellati.
Quella frase mi colpì così tanto, e mi colpisce ancora oggi, perché mi ha messo davanti a una cosa che mi fa paura ammettere: alcune cose peggiorano, non sono più come prima; altre spariscono, e tutto ciò è irreversibile.
I cieli stellati della Longarone anni ‘60 erano già inimmaginabili per dei ragazzini del 2008, e probabilmente gli Halloween di freddo e nebbia del Veneto degli anni 2010 saranno soltanto il racconto di qualche vecchio nostalgico davanti a ragazzini increduli che mangiano il gelato in maniche corte il 31 ottobre.
So che questa sembra una newsletter sul cambiamento climatico, ma voglio sottolineare che non è così, e voglio farlo perché parlare di cambiamento climatico imporrebbe di parlare di grandi temi globali, qualcosa che non ho intenzione di fare oggi, dove invece voglio concentrarmi sulle piccole cose che spariscono, quelle piccole cose che rendevano o avrebbero potuto rendere le nostre vite più ricche e perché no, un pochino più magiche.
L’idea che per fenomeni da noi incontrollabili vengano tolte dalle nostre vite alcune piccole cose così belle e così preziose mi incupisce molto, anche perché come ben sappiamo la vita é una sola, e sapere di vivere la mia unica vita senza i cieli stellati, o di viverla mentre vedo l’alternarsi delle stagioni morire, mi dà l’ennesimo indizio di vivere in un momento di discesa nel ciclico sali-scendi delle fasi della storia: la nostra unica vita avviene guardando verso il basso, verso l’abisso, non verso l’alto (anche perché non ci sono più cieli stellati a farci da guida).
É da diverso tempo che avverto questa sensazione e sarei curioso di sapere cosa ne pensate voi, con i commenti qui sulla newsletter o scrivendomi, perché il clima, Halloween e i cieli stellati non sono le uniche cose che sento sbiadire, perdere forza e capacità di incantare, accendere qualcosa in noi.
Da diverso tempo ad esempio avverto un netto peggioramento nella qualità dei film, delle serie TV, della musica… ho dovuto creare una pagina Instagram e mantenerla per 4 anni per vedere finalmente qualcosa che piacesse a me! (Scherzo! Forse…) però ecco anche se fosse così, anche se effettivamente stessimo assistendo a un generale imbruttimento delle cose che vengono prodotte, nulla impedirebbe alle persone del futuro di rivedersi film ancora belli. Sarà per loro impossibile però vedere un cielo stellato a Longarone, o un Halloween con la nebbia e il freddo pungente.
Sarò sincero: l’idea che un giorno potranno esserci bambini che non hanno mai visto l’inverno mi incupisce e mi spaventa molto.
Se non avessi deciso di concentrarmi sulle piccole cose, senza quindi toccare i grandi temi e le grandi leve che muovono il nostro mondo, sicuramente spenderei una gran parte di questa Newsletter parlando anche di tecnologia, di sorveglianza, dei suoi aspetti più spietati in quella che James Williams definisce “L’economia dell’attenzione”. (QUI il bellissimo libro in cui ne parla, la cui lettura consiglio caldamente).
Il libro si apre con una bellissima frase, che mi permetto di citare di seguito:
Se vogliamo fare cose importanti dobbiamo prima essere in grado di prestare loro attenzione.
Williams giustamente mette l’accento sulle cose importanti perché il tema del suo libro è esattamente quello, e sono certo colpirà molto anche voi riflettere su quanto la vostra attenzione sia ormai usurata da notifiche, e-mail, scrolling, binge watching, Reel, TikTok, vocali, videochiamate ecc… però io volevo fare un passo in più rispetto a quel che dice lui, o forse un passo di lato: Se vogliamo fare qualsiasi cosa dobbiamo prima essere in grado di prestare attenzione.
Questo perché sì, sicuramente il caldo anomalo ci sta privando dei caminetti, del freddo pungente, del mood cozy Halloween e magari un giorno ci priverà dell’inverno (e di moltissime altre cose più serie che ho appositamente scelto di non trattare oggi); indubbiamente l’inquinamento luminoso ci sta privando dei cieli stellati e della loro capacità di guidarci.
Ma dobbiamo essere sinceri nell’ammettere che ormai il deterioramento della nostra attenzione è stato così veloce e profondo che forse questi cambiamenti passeranno in sordina, e anche se avessimo il più bello dei cieli stellati gli scatteremmo una foto al volo per tornare a scrollare Reel di ricette a base di zucca.
In conclusione:
Credo si sia stagliata negli ultimi decenni, e lo farà sempre di più, una luce intensa, calda, che non è rassicurante come dovrebbe ma nasconde un’inquietante insidia: una luce che proietta ombre di cose che non ci saranno più, ed insieme ad esse la consapevolezza di non averle mai vissute, o di vederle svanire davanti alla nostra paralizzante impotenza.
Che fare, quindi?
Sulle risposte ai grandi temi globali si esprimono già in molti, e credo che dopo molte Lettere da una civiltà in declino anche il mio orientamento vi sia chiaro, decisamente critico verso la deriva iper-tecnologica che stiamo prendendo.
Ma oggi, lo ribadisco per l’ennesima volta, vorrei parlare solo di piccole cose.
Le piccole cose vanno conservate, accudite, bisogna prendersene cura. Che sia una foto stampata in analogico, un vecchio GameBoy, il rapporto con una persona cara, una pianta.
Noi che siamo vivi ora, che stiamo leggendo questa Newsletter, un giorno saremo chiamati a portare memoria delle cose che non ci sono più, divorate dalla Luce Spettrale. Il nostro è un privilegio, e ogni privilegio richiede anche una dose di responsabilità.
Accorgiamoci di ciò che sta per svanire e prestiamoci la giusta attenzione, conserviamone il ricordo con lo scopo di trasmetterlo e tramandarlo. Una memoria non solo storica, ma anche emotiva.
Se anche a voi, come a me, emoziona il periodo di Halloween fatto di freddo pungente, caminetti e nebbia, tenete ben saldo questo ricordo e tutte le belle sensazioni che ciò muove in voi. Un giorno potrebbe rimanere soltanto questo.
Ed eccoci qui al momento conclusivo, in cui vi lascio un po’ di aggiornamenti belli sul mondo di Mangiasogni!
Mangiasogni ha 100.000 followers su Instagram! Ci vorrebbe un intero numero della Newsletter per parlare solo di questo: di come mi sento, di quanto questo traguardo fosse inatteso, di quel che significa per me e forse per noi, ma intanto mi limito a dire Grazie. Grazie davvero;
Il 12 Novembre, a San Stino di Livenza (VE) sarò uno dei 5 ospiti di Punto. Diverse Prospettive, un evento a teatro in cui ciascuno degli ospiti parlerà partendo da un tema, che quest’anno è CONTATTO. Io parlerò di come, avendo ripreso il contatto con una mia passione dell’infanzia, sto riuscendo a leggere meglio il mio presente. Se avete la possibilità, venite! L’ingresso è gratuito ma è consigliato iscriversi QUI;
Infine vi ricordo che esiste un mio profilo Ko-Fi, in cui potete fare donazioni per supportare il mio progetto con un importo minimo di 2 Euro. Le donazioni possono essere singole o mensili (come avviene su Patreon). Non posso negare che parte dei traguardi raggiunti sono anche grazie a chi mi ha sostenuto su Ko-Fi, permettendomi di affrontare piccole/grandi spese con serenità e con la soddisfazione di vedere un progetto camminare sempre più sulle proprie gambe e dipendere sempre meno dai soldi che arrivano dal mio lavoro full time non artistico.
Continuate a seguire e supportare questa Newsletter! Condividetela e soprattutto scrivetemi cosa ne pensate, se vi piace, e se anche voi avvertite una Luce Spettrale che sta facendo sbiadire cose per voi importanti.
Un abbraccio,
Mangiasogni
Lettera n. 013 - Una Luce Spettrale
Ciao!
Concordo con te, l'odore delle caldarroste per strada si associava al cappotto e magari a giornate plumbie e uggiose, la neve che se non cadeva a dicembre era comunque certa a gennaio o febbraio. Le rogge e fontanili che scorrevano nelle vicinanze del mio paese, in brianza, sono quasi tutte scomparse e i contadini che sparavano in cielo con proiettili d'argento per far piovere sono scomparsi insieme a molti campi.
Tutto ciò forse fa scalpore per due minuti, poi passa in secondo, terzo, quarto piano essendo innondati da informazioni, e non intendo solo dalle news di attualità ma proprio dai contenuti, immagini, video, suoni sempre più frequenti e costanti a portata di mano che ci tolgono la memoria dei momento e delle cose più intime e private. Per assurdo tutto questo vasto mondo informatico è invece esso stesso un immenso archivio globale.