La newsletter di questo mese, che arriva dopo alcuni mesi di presenza altalenante su questo prezioso spazio, è stata covata in mesi, forse anni, ormai quasi decenni, ma ha preso forma quando ho visto una cosa su TikTok: un video di “Giallo Zafferano”, in cui ospite era “Donato con mollica o senza”.
Ve lo confesso, arrivo da un periodo di stanchezza social notevole. Non temete: Mangiasogni mi piace ancora, mi piace sempre di più, ho in cantiere un sacco di cose che ho amato realizzare e spero piaceranno molto anche a voi. E questo per me è il lato bello di questa esperienza: fare cose e avere spazi che mai avrei pensato di potermi ricavare.
I lati brutti in realtà sono tantissimi, e li conosciamo ormai, sono davanti a noi in modo limpido. Ovviamente però, come ogni dipendenza che si rispetti, conoscere perfettamente i lati negativi di quel che si fa non serve a nulla, altrimenti le statistiche decennali sui danni del fumo avrebbero portato alla sua totale eliminazione. Come ben sappiamo, non è così.
La bugia.
Ma torniamo a noi.
Quel video su TikTok mi ha ricordato, per l’ennesima volta, la più importante verità dei social: quel che vedi, molto spesso, quasi sempre, è una bugia.
Le vite da sogno che si vedevano nel 2014 erano romanzate, i corpi da urlo spesso sono ritoccati o frutto di stili di vita estremamente impegnativi, il mindset dell’eccellenza nasconde un lato oscuro di autolesionismo inquietante, le auto di lusso spesso noleggiate, l’attivismo social talvolta sterile esercizio di ego, le storie commoventi di imprenditori self-made molte volte nascondono cognomi pesanti e relazioni importanti, e potrei continuare per ore (e sono certo che anche voi avrete mille esempi in mente).
Giallo Zafferano, nel chiamare come ospite del proprio canale il titolare di una salumeria, ha fatto qualcosa di non diverso da molte altre pagine simili, quando coinvolgono orde di “Creator” per proporre una raffica di contenuti al fine di soddisfare le nicchie di ciascuno di essi: hanno ceduto all’inarrestabile fame di “contenuti”, di hype, di cose da dire.
Un utente medio di Giallo Zafferano che probabilmente li segue per spunti di ricette da fare a casa, non ricava assolutamente nulla dal titolare di un’attività commerciale di successo che prepara un panino. Solo i due profili ne ricavano visibilità, hype, consenso, commenti, reazioni, ronzio.
Penso anche a Chef in Camicia, inizialmente fondata sulla personalità e le skill dei tre ideatori, ormai quasi scomparsi dietro un’orda di cuochi più o meno abili, che dalle loro cucine di casa hanno avuto la chance di esibirsi davanti a un pubblico più ampio e di aggiungere un’altra tacca al medagliere delle loro collaborazioni (da rivendersi poi per altre collaborazioni).
Ma non voglio che questa newsletter suoni come un attacco ai profili di cucina, perché non è questo il suo fine. Bensì riflettere sul web, i social e le loro bugie.
Arriviamo quindi al punto.
La bugia che riscontro negli ultimi mesi di sofferta navigazione social, è che ci sia sempre qualcosa da dire.
Sono convinto che non sia vero, che non sia così. Che non ci sia il bisogno che ognuno si esprima su ogni cosa, crei una narrazione su ogni avvenimento, ogni persona; che ciascuno racconti la propria storia, il proprio punto di vista.
Molti dei Creator ci dicono di voler dire qualcosa, di - appunto - creare, forse lo credono veramente, ma in realtà non lo fanno. Fomentano il bisogno di attenzione, il bisogno di numeri e gli innegabili vantaggi che ne derivano: contratti, ospitate, sponsorizzazioni, chance di pompare il proprio ego.
Il punto è che credo che non sempre ci sia dietro una storia, qualcosa da raccontare.
Non c’è nelle normalissime persone di 20 anni che scrivono autobiografie, di chi pubblica “best of” dopo 3 anni di carriera su un social media, di chi deve recensire ogni locale, dirti dove mangiare, raccontarti la sua vacanza. Non c’è in chi “crea contenuti” e poi fa il podcast e l’ospitata in cui racconta il contenuto che ha creato e che è esperienza sia stata, in un loop di autoreferenzialità degno dei reality, che prima danno notorietà alle persone, e poi le invitano alle versioni VIP degli stessi reality.
Il problema vero, forse, è che ci sono troppe orecchie ad ascoltare, e troppi modi di rendere sempre più appetibili e addictive messaggi che messaggi non sono, ma semplici proiezioni di ego e scorciatoie di intrattenimento.
Siamo arrivati alla fine di questa breve newsletter e lo so, lo so cosa state pensando. Che anche questa newsletter sia rumore, sia nulla, e che anche io con la mia attività social contribuisca alla grande bugia di avere cose da raccontare.
Dal canto mio, forse con un po’ di presunzione, spero di tirarmi un po’ fuori dal mio stesso delirio di questa Lettera. Non parlo della mia giornata pensando sia interessante per qualcuno, cerco di non cascare in un loop di autoreferenzialità, e mi limito a scrivere e disegnare brevi storie in cui provare a dare un punto di vista di questo mondo, frutto delle tante esperienze, letture e storie (quelle vere) accumulate nei miei primi 29 anni di vita.
E anche fosse solo intrattenimento, ci tengo che sia un intrattenimento buono, curato e pensato. Ahimè, credo lo pensino tutte le persone a cui mi sono direttamente e indirettamente rivolto prima.
Nella scorsa newsletter qualcuno mi ha suggerito, per creare un po’ di movimento, di non terminarle chiedendovi generiche osservazioni, ma anche ponendovi direttamente qualche domanda. Ovviamente, la mia e-mail, le risposte alla newsletter e i miei DM sono apertissimi per ogni vostra osservazione. Quindi:
Vi sentite anche voi sopraffatti da questa costante abbondanza di “contenuti”?
Fate fatica anche voi a trovare un po’ di pace e silenzio, sommersi da una marea di cose, personalità e notizie di cui non vi interessa nulla?
Qual è secondo voi una grande bugia di Internet? In quale avete creduto?
C’è una bugia di Internet che, nonostante tutto, continua a farvi male perché mette in voi qualche sospetto, qualche pulce nell’orecchio?
Secondo voi, si arriverà a un momento in cui tutto questo sarà veramente troppo?
Termino questa newsletter, come sempre, con qualche comunicazione di servizio:
State ben sintonizzati su Mangiasogni, presto qualche notizia davvero bomba;
Ho postato un po’ di meno ultimamente. Un po’ per i motivi ampiamente illustrati in questa Newsletter, un po’ per collaborazioni extra social di cui vado molto fiero. Ma tornerò, probabilmente anche con video;
Nelle prossime settimane sarò a Pordenone e a Padova. Vorrei incontrarvi dal vivo sempre di più, fare eventi e incontri di persona, reading delle mie storie ecc… se avete piacere ad aiutarmi, scrivetemi. Se conoscete associazioni, scuole, università, locali, librerie o ne fate direttamente parte, organizziamo qualcosa.
Come sempre, se vi piace quel che faccio, vi ricordo che il mio profilo Ko-Fi è qui. Potete fare donazioni singole o abbonamenti mensili. Al momento non ho il tempo di darvi nulla in cambio, ma è ovvio che con 600 abbonati mensili, io potrei vivere di Mangiasogni. Siamo ancora estremamente lontani da ciò, ma mi piace sognare, lo sapete.
Un abbraccio, e grazie!
V.