Lettera n. 025 - 5 soluzioni pratiche al Brain Rot
Scrolling, contenuti, consumo consapevole. L'importanza di riprenderci le nostre vite.
Ormai ha fatto il giro di tutti i social, lo sappiamo. La Oxford Word of the Year 2024 è brain rot, ovvero il deterioramento del cervello dopo un consumo eccessivo di contenuti di bassa qualità o non stimolanti.
Come potete immaginare, la cosa mi ha colpito subito, e dopo un giro di sondaggi sulla mia pagina ho pensato fosse il caso di spenderci qualche parola in più.
In particolare, è emerso il desiderio di riflettere sul brain rot, sul consumo compulsivo di contenuti, sullo zombie scrolling, gli smombie (smartphone-zombie, le persone che scrollano mentre camminano) e tutti questi neologismi che non fanno altro che associare noi e il nostro cervello a materia decomposta, deteriorata e notoriamente priva di cervello - zombie, appunto.
Tra i vari strumenti a mia disposizione, per ora, ho scelto questa newsletter, che per una serie di motivi è il migliore che ho per trattare questo tipo di argomento.
Il problema dei contenuti
Lo dice la definizione stessa. La causa del brain rot sarebbe l’eccessivo consumo di contenuti di bassa qualità e non stimolanti.
Ora, contenuti di alta e di bassa qualità sono sempre esistiti, ma è altrettanto chiaro che negli anni abbiamo assistito a un aumento senza precedenti del numero di contenuti e di creator, e allo stesso tempo al propagarsi di forme di fruizione sempre più rapide, effimere e superficiali.
Dal COVID in poi, l’esplosione quantitativa di contenuti ha portato ad un caos di suoni, colori, luci, ganci e tormentoni, in cui orde di aspiranti famosi si combattono a colpi di burnout la mia e la vostra attenzione, per compiacere l’onnipotente Dio-Macchina del nostro tempo: l’Algoritmo.
E’ infatti impossibile fare un ragionamento sul brain rot senza parlare dell’Algoritmo, che dall’alto del suo potere divino impone cosa fare, come creare e cosa consumare. Da un paio di anni, all’inseguimento del successo di TikTok, la regola è chiara: fai video, falli brevi, con un montaggio serrato, un gancio accattivante che acchiappi nei primi 3 secondi, se possibile fai ridere, impegna poco.
E devi farlo, te lo chiede l’Algoritmo.
Il problema della Creator Economy
E se non lo fai che succede? Pian piano sparisci.
I Creator, cosa che li differenzia dagli artisti, sono costretti a seguire l’Algoritmo, i suoi dettami. Se l’Algoritmo impone delle regole, o sei così fortunato da avere già una nicchia, o vieni messo da parte.
Gli incentivi, per chi segue l’Algoritmo, sono tanti: denaro, fama, collaborazioni, libri, spettacoli teatrali, contenuti sponsorizzati, la possibilità di vivere la vita della celebrità di internet.
Per chi non lo segue c’è pian piano il dimenticatoio, il lavoro da cui si sognava di fuggire, o anche solo la frustrazione di dedicare ore, giorni, settimane alla produzione di un contenuto e vederlo naufragare nel silenzio.
I Creator, in questo, giocano un ruolo fondamentale. Come dico sempre, dobbiamo immaginare il mondo social come l’agricoltura. I proprietari delle piattaforme (Zuckerberg, Musk, Chew…) sono come i grandi proprietari terrieri; i Creator sono i braccianti, che in cambio di una buona ricompensa danno la loro indispensabile forza lavoro; e infine ci siamo noi utenti… gli ortaggi.
Quindi: viene fuori che contenuti rapidi e superficiali sono i più graditi; chi ha capito questa cosa per primo - TikTok - viene premiato dagli utenti; gli altri social inseguono, imponendo ai Creator di seguire il trend, pena il dimenticatoio; gli utenti vengono abituati a questo tipo di fruizione gratuita, frenetica, fatta da persone che devono seguire le regole e farlo in fretta, perché bisogna postare tanto, non importa cosa.
Ed eccoci al brain rot
Ritenevo importante fare questo cappello per entrare poi nel vivo del tema: 5 soluzioni per salvarsi dal brain rot.
Ridurre l’uso di smartphone e social media. E qui siamo nell’ovvietà. Per quanto un uso ridotto dello smartphone sia ormai quasi impensabile - Whatsapp, Maps, interagire con App e QR Code, Home banking ecc… - lo stesso non si può dire dei social. Nella mia esperienza con i social - che tratto come un fumatore tratta il fumo, ovvero una dipendenza - mi sento di suggerire strategie come bloccare le App o eliminarle del tutto, usando i social solo da PC o iPad. E’ sorprendente vedere quanto poco si possa fare con uno smartphone, una volta tolte tutte le App social;
Gestire gli spazi in cui viviamo. In queste settimane sto traslocando, e si pone il tema di come organizzare la casa. La parola chiave del mio 2025 sarà deplatformizzazione, intesa come rimozione totale delle piattaforme - delivery, streaming e simili. Utilizzerò molti DVD. E se una sera non ho voglia di guardare nessuno dei miei film? Farò altro, cercando modi alternativi e meno passivi di trascorrere il mio tempo. Magari chi lo sa, esco pure di casa! Un’altra idea possono essere delle zone tech-free: avete mai pensato di abolire l’uso di smartphone in cucina e/o in bagno?
Liberare i Creator dall’Algoritmo. Qui si fa un po’ più controversa. I Creator, dicevamo, spinti da incentivi fortissimi che ingolosirebbero chiunque, devono creare di continuo, sempre di più, senza guardare alla qualità o ad altro. L’obiettivo è farne una carriera, o peggio ancora mantenerla, terrorizzati dal rischio di scomparire. Sono appunto braccianti della raccolta dei dati e dell’attenzione, e come tali sotto il ricatto del lavoro dipendente. Anche se nel sondaggio fatto sulla pagina non concordavate con me, credo che iniziare a pagare i Creator, attraverso Patreon, Ko-Fi, subscription o simili, sia un primo grande passo;
Consumare meno, consumare meglio. Questo in realtà emerge dai punti precedenti, ovvero l’importanza di riprendere un uso consapevole dei contenuti audiovisivi. La loro gratuità, il loro numero esorbitante, l’estrema facilità di accesso, tolgono valore a tutti i contenuti e al tempo che vi dedichiamo. Se iniziassimo a scegliere a cosa dedicare tempo o soldi, il contenuto acquisirebbe maggior valore. Uscire dalla trappola dell’accesso troppo facile a tutto può essere un’altra utile soluzione
Ricordarci del tempo in cui viviamo. Non ci sono solo social, creator e piattaforme. Il brain rot può essere anche dato dalle vite che viviamo: vite di iper lavoro, di stress, di corse, troppe cose da fare che ci lasciano la sera stanchi e annoiati, alla ricerca di intrattenimento leggero, addictive e di facilissimo accesso. La sensazione di stanchezza, di “cervello marcio”, è probabilmente aiutata dallo scrolling infinito, ma non possiamo ignorare le dinamiche di un sistema che spesso spinge al burnout. Prendersi cura di sé e del proprio tempo, ipotizzare un percorso di terapia e occuparsi della cosa pubblica verso un mondo più umano e meno artificiale sarebbe una gloriosa soluzione a medio-lungo termine.
In conclusione
Con una certa ironia, è uscita una newsletter piuttosto lunga, pronta a sfidare il vostro cervello deteriorato. L’importanza di questi temi per me è molto chiara, e nasce soprattutto dal desiderio di vivere meglio il tempo che mi è concesso su questa Terra. Qualche giorno fa vedevo un’immagine sui ricordi di Pokemon Rosso, ormai oltre 25 anni fa. Tra 25 anni mi dispiacerebbe guardarmi indietro e sapere che, statisticamente parlando, gran parte di quella giornata la stavo passando scrollando roba di nessuna importanza.
Un po’ di notizie da Mangiasogni
Il 14 dicembre concludo a Cinto Caomaggiore (VE) un lunghissimo 2024 pieno di eventi dal vivo. Sto già ricevendo inviti per il 2025. Se volete invitarmi da qualche parte - eventi, conferenze, festival letterari, scuole, università - SCRIVETEMI! Se invece volete passare a scambiarci gli auguri a Cinto Caomaggiore, registratevi gratis QUI;
Il 15 marzo 2025 sarò a TEDx Colle di Val d’Elsa (SI), dove parlerò esattamente di questi temi, con un twist inedito;
Niente come prima, il mio romanzo d’esordio, continua a emozionare e far emozionare. Se volete leggerlo o regalarlo per Natale, lo trovate QUI!
Sto lavorando al mio prossimo romanzo, con grande calma. In generale, spero che il 2025 sia un anno di arte, e non di contenuti; di pazienza, non di frenesia algoritmica. Ovviamente, vi aggiornerò!
Vi ricordo come sempre che è possibile supportarmi su Ko-Fi - cliccando QUI - sia con donazioni occasionali che con l’iscrizione mensile. Vi sono ovviamente grato per tutto il sostegno che vorrete darmi.
Un abbraccio,
Mangiasogni