Lettera n. 027 - Abbandono Instagram?
C'è vita oltre Meta? Riflessioni su utenti e Creator dopo il grande passaggio-a-destra del mondo tech
Il progetto Mangiasogni nasce il 9 gennaio 2019 su Instagram. Oggi, dopo poco più di 6 anni, ha raccolto un gran numero di soddisfazioni che vanno ben oltre i follower o l’engagement rate, e non ci girerò attorno: tutto questo lo devo all’apertura della pagina Instagram, non sarebbe accaduto altrimenti.
Ho avuto - e ho - la possibilità di dare vita al mio universo creativo, condividerlo con voi, raccontare storie, visioni, raccogliere i vostri punti di vista. Scrivere un romanzo, prepararne un altro, fare quasi 2 anni di tour in Nord e Centro Italia, andare a Lucca Comics, parlare a TEDx due volte.
Questo vale non solo per me, ma per un’intera generazione di creativi che ha trovato in Instagram/Meta la vetrina con cui splendere.
Ma, c’è un “Ma”
Le recenti elezioni statunitensi e la svolta-a-destra di Zuckerberg ci hanno messo davanti agli occhi una realtà che fino all’ultimo abbiamo provato a ignorare: i social media sono piattaforme a scopo di lucro e a controllo privato, che fanno della raccolta e compravendita di tempo, attenzione e dati il loro core business, ed essendo tra i più grandi colossi al mondo, sempre per il loro profitto seguono l’aria che tira.
Lascerò ad altra Newsletter l’approfondimento sulla galassia di ultradestra tech, ma è chiaro che la svolta di Meta sulla moderazione, il fact checking e i temi D&I ha fatto effetto sui tanti che già avevano stigmatizzato X/Twitter per le medesime ragioni.
Come ben sapete, questi argomenti mi appassionano - ossessionano? - da molto prima che Zuck decidesse di diventare un chad-tech-bro e il tema della mia permanenza su Instagram mi infesta da diversi mesi, se non addirittura anni.
Instagram pretende contenuti - se possibile video - sempre più rapidi, superficiali ed effimeri, che sappiano intrattenere, far ridere o indignare, in una guerra all’attenzione che lascia sempre più stanchi. Per quanto la mia pagina forse sia sempre stata un luogo sicuro da tutto ciò, non posso ignorare un deciso stop alla crescita e la frustrazione di dover creare non per il gusto di creare/comunicare/emozionare, ma per il dovere di compiacere un capriccioso Algoritmo, sempre pronto a punire con la pena del silenzio.
Questo aspetto è determinante, e per quanto mi riguarda vale più di tutti i possibili mutamenti politici dei vertici di Meta (non è forse ipocrita accendere i campanelli d’allarme solo ora che i social si sono allontanati dal nostro panorama politico di riferimento?): i social media hanno cambiato drasticamente il modo in cui fruiamo dell’arte, dell’intrattenimento, delle notizie… e lo hanno fatto spingendo i Creator a uniformarsi a un modello di produzione che di creativo o artistico ormai non ha praticamente nulla. E’ un modello di business, come quello della pizzeria sotto casa o della mega corporation.
Chiunque abbia a cuore il proprio destino artistico o il modo in cui si spende il proprio tempo o attenzione non può ignorare tutto ciò.
Abbandonare Instagram: storia di un privilegio
E quindi, dovrei chiudere la pagina Instagram di Mangiasogni?
Sono un grande fan di Gipi, negli anni ho avuto anche modo di conoscerlo e parlarci diverse volte - anche questo, grazie ad Instagram - e ho provato una sincera invidia nei suoi confronti quando, a Natale 2023, ha chiuso tutti i suoi profili social.
Ma Gipi è, probabilmente, il più grande fumettista italiano vivente, autore di capolavori della graphic novel italiana ed europea dall’inizio degli anni Duemila ad oggi. Lui ha potuto fare questa scelta perché è Gipi, e sa che ovunque andrà ci saranno persone pronte ad attendere lui e le sue opere. Abbandonando i social ha riconquistato un potere artistico libero dall’Algoritmo, e sono curioso di vedere cosa tirerà fuori.
Penso infatti che oggi poter lasciare i social mainstream sia un privilegio riservato a pochi. Questo ci porta a due riflessioni:
Se tutti noi temiamo di abbandonare i social per la paura di essere dimenticati dalla nostra follower-base, ciò che abbiamo costruito è davvero solido come pensiamo? Quanto valgono davvero quei numeroni che si vedono scritti nero su bianco sui profili Instagram? Gipi ha creato la sua carriera in epoche in cui emergere artisticamente era difficilissimo, quasi riservato ai pochi che decidevano di prendere l’enorme rischio di perseguire una carriera full-time. Ora che chiunque nei ritagli di tempo - me compreso - può coltivare un percorso artistico e vederlo fiorire molto rapidamente, può essere che si crolli altrettanto in fretta?
A quelli che non sono Gipi, cosa resta? E attenzione, non parlo solo di scrittori/illustratori/fumettisti, ma anche di comici, attori, divulgatori, cuochi… quali alternative ci sono, per chi oggi vuole coltivare una vita online fuori dai social mainstream, e in particolare da Meta? Cosa c’è per chi ha un qualsiasi tipo di attività prospera sui social, e vuole andare verso qualcosa di diverso e nuovo?
C’è vita oltre Meta?
In realtà tutto questo può anche andarci benissimo. In queste righe ho dato per scontata una certa stanchezza verso ciò che Meta è diventato e potrebbe diventare, ma magari ai miliardi di utenti che ogni giorno continuano a passare ore e ore su Instagram, va bene così.
Però, per chi invece sente della stanchezza, della fatica, c’è vita oltre Meta? Internet e il mondo hanno ancora qualcosa da offrire?
Il destino di utenti e Creator, in questo, è collegato. Sono i Creator a popolare i social di contenuti che ci incollano agli schermi, ed è la presenza degli utenti a motivare e incentivare tutto il sistema della Creator economy.
Secondo me, nonostante tutto, non siamo ancora pronti ad abbandonare Meta. Le alternative ci sono - questa newsletter ne è un esempio - tra blog, siti, social indipendenti, Fediverso… il punto vero è se noi come utenti siamo disposti a tornare a modi di fruizione diversi (più scomodi, più lenti, meno intuitivi, magari anche a pagamento) e se i Creator sono disposti a correre il rischio di perdere tutto.
Perché di questo parliamo: perdere tutto. L’ho scritto poco sopra, quando parlavo di Gipi: da sempre vediamo carriere esplodere rapidamente e crollare altrettanto in fretta, e carriere costruite con calma e pazienza capaci di resistere al peso del tempo. Ecco, ho il fondato sospetto che pochissimi dei percorsi costruiti sui social appartengano alla prima categoria, e forse i Creator stessi lo sanno.
Consapevole che non ci sarà mai un esodo di massa dei Creator verso altre piattaforme - o verso quel posto incredibile che è Il Mondo Reale - penso che l’uscita da Meta non avverrà presto. Bisognerà sperare che il livello di stanchezza digitale collettiva arrivi a un livello intollerabile, che accada qualcosa di eclatante, oppure che lentamente utenti e Creator trovino il modo di essere più coraggiosi, di perdere qualche collab per pensare un po’ di più, di premiare forme di creazione alternative, più ispirate e innovative.
In conclusione
Non chiuderò la pagina Instagram, non ancora. Mi prenderò senz’altro del tempo però per capire cosa voglio fare da grande, e come creare cose che non debbano implorare per l’attenzione dell’Algoritmo.
In questo però, vi chiedo supporto. Come scrivevo poco sopra, il destino di utenti e Creator in questo è collegato, e se c’è una via di fuga dal tempo dell’iper-superficialità e fruizione bulimica, la dobbiamo trovare insieme.
Quindi:
Il 15 marzo sarò a TEDx Colle di Val d’Elsa. Parlerò di questi temi! A giugno 2024 ho parlato a TEDx Castelfranco Veneto di diritto al futuro. Potete guardare il video QUI;
Ho deciso di riprendere in mano DEATH TO MILLENNIALS, fumetto distopico sperimentale ad episodi. Sto scrivendo la sceneggiatura del terzo episodio, trovate i primi due qui sotto.
Sto sperimentando sempre più la de-platformizzazione: cerco di guardare film solo in DVD e Blu-Ray, ascolto CD fisici e sto utilizzando sempre di più un Nokia del 2008. Se volete saperne di più, scrivetemi!
Su questa newsletter scrivo spesso, caricherò sempre più roba: aiutatemi a farla crescere! Condividetela, invitate amici ad iscrivervi, ditemi cosa vorreste vedere qui, vediamo se si può vivere e creare fuori da Meta, pian piano.
Un abbraccio,
Mangiasogni
Qualcuno doveva pur dirle certe cose. I social svuotano, lasciano aridi e spenti, sconnettono dalla realtà. La vera felicità, se mai esiste, è fuori, nel mondo reale, ed è lì che dobbiamo cercarla. ❤️
Ammetto che non mi ero mai soffermata troppo sui tuoi disegni, quando mi passavano davanti su IG. Non è per cattiveria, sorry! La tua newsletter invece mi sono bloccata a leggerla appena l'ho vista e mi piace molto. Sono d'accordo su tutto quello che dici ed è bello leggerlo da un Creator. Grazie!